
Le origini della motocicletta si confondono, s' intrecciano per poi dividersi con quelle dell'automobile e della bicicletta.
Con a disposizione il motore, i costruttori dei prototipi auto, lasciarono le tre ruote per orientarsi alle quattro, mentre i pionieri dei "moto-ciclo" abbandonarono le tre per farne solo due di ruote.
Dopo l'invenzione del motore, il primo ad applicarlo su un veicolo a tre ruote è il francese FEDERICO MILLET, che brevetta il 22 dicembre del 1888 la "Bicyclette à petrol Soleil". Non è già più una bicicletta ma non è nemmeno nè una motocicletta nè un'automobile.

All'inizio del secolo il nuovo veicolo é notevolmente diffuso. Si moltiplicano i modelli per opera dei francesi Rivierre, Fournier, De Dion, Rambaud, Gareau, Gillardot; dei tedeschi Hildebrand, Wolfmuller.
Non mancano gli italiani con Figini, Lazzati, Castellazzi, Rosselli, Edoardo Bianchi; infine gli inglesi con i due fratelli Goyan e Stevens, che fondano la nota AJS, iniziando la produzione in serie, ma anche la sfida con le moto del continente.

Nel 1933 si costituisce la Federazione Motociclistica Italiana.
In pochi anni l'Italia si rivelò stupefacente nel campo motoristico (moto, auto, aerei, navi - conquistarono tutti i record); la più preparata, la più agguerrita e la più creativa nazione del mondo, sia nel primo dopoguerra sia nel secondo.